Plagiocefalia. Cos’è e quali sono le cause?
Il termine “plagiocefalia” si utilizza genericamente per indicare una situazione di deformazione cranica. È importante distinguere la plagiocefalia posizionale dalla plagiocefalia sinostosica.
La plagiocefalia posizionale può manifestarsi fin dalla nascita o nei primi mesi di vita con una deformità della testa a livello posteriore. Nello specifico si riscontra un appiattimento a livello occipitale; infatti la plagiocefalia viene anche denominata sindrome della testa piatta. Lo schiacciamento può coinvolgere ambedue i lati (brachicefalia posizionale) o più frequentemente un solo lato; in quest’ultimo caso la deformità è spesso associata a una rotazione della testa dal lato dello schiacciamento a cui può accompagnarsi un’asimmetria anteriore.
La plagiocefalia posizionale è causata da forze esterne che agiscono in modo anomalo sui tessuti ossei e membranosi, soprattutto per la caratteristica di malleabilità delle ossa del cranio fetale e neonatale. Infatti, non avendo ancora concluso il loro processo di ossificazione, le placche ossee sono più soggette alla compressione. Per questo motivo i bambini prematuri sono più portati a sviluppare la plagiocefalia posizionale, in quanto la prematurità ossea subisce maggiormente le forze compressive.
La plagiocefalia sinostosica, a differenza della plagiocefalia posizionale, consiste in una malformazione causatadalla patologica assenza o dalla fusione prematura di una o più suture craniche (detta craniostenosi ocraniosinostosi). Questa condizione è generalmente presente fin dalla nascita e determina asimmetrie nello sviluppo del cranio e della faccia.
Caratteristiche della PLAGIOCEFALIA POSIZIONALE
La plagiocefalia posizionale si distingue principalmente in due tipologie: primaria e secondaria.
La plagiocefalia posizionale primaria deriva da situazioni diverse. Principalmente si distinguono:
- fattori prenatali: malposizionamenti intrauterini, gravidanze gemellari, scarsità di liquido amniotico, contrazioni gravidiche anomale, posizione podalica;
- fattori perinatali: la deformazione del cranio nel processo di nascita è fisiologica e altrettanto normale è il modellamento spontaneo, ovvero la sua successiva espansione, favorita dalla respirazione, dal pianto e dalla suzione. Tuttavia non sempre è possibile assistere al modellamento, soprattutto in seguito a un parto difficoltoso o distocico. Un travaglio prolungato o un’espulsione difficoltosa, specialmente se sono stati utilizzati manovre o strumenti come forcipe o ventosa, possono infatti essere causa di uno schiacciamento eccessivo della testa;
- fattori post natali: alcune abitudini persistenti nei primi mesi di vita possono contribuire al formarsi o all’aggravamento della deformità; tra queste si riscontrano l’abuso della posizione supina durante la veglia, l’uso eccessivo di sdraiette e carrozzine, l’appoggio della testa durante l’allattamento (ad esempio l’utilizzo del biberon tenendo il lattante sempre dallo stesso lato).
La plagiocefalia posizionale secondaria (detta anche posturale) può manifestarsi anch’essa prima, durante o dopo la nascita, ma l’origine è diversa.
A differenza di quella primaria, si verifica come conseguenza di alcuni fattori posturali non fisiologici, tra cui le disfunzioni della base cranica, il malposizionamento articolare delle ossa craniche (accavallamento suturale), le asimmetrie della colonna, del tronco o del bacino.
Queste situazioni generano delle forze di trazione anomale che mantengono la testa del neonato in una posizione viziata, con conseguente limitazione della rotazione da un lato.
In questo caso l’appoggio della testa favorisce l’appiattimento della zona posteriore del cranio, dal lato dove si presenta la rotazione preferenziale.
Lo stesso meccanismo può instaurarsi secondariamente a torcicollo miogeno.
PLAGIOCEFALIA SINOSTOSICA. Tipologie
Le plagiocefalie sinostosiche (craniostenosi) si classificano in base alla sutura o alle suture coinvolte. Tra le craniostenosi più frequenti si distinguono:
- la Trigonocefalia dovuta alla fusione precoce della sutura metopica (forma triangolare della parte frontale della testa);
- la Scafocefalia dovuta alla fusione precoce della sutura sagittale (cranio stretto e allungato);
- la Brachicefalia dovuta alla fusione precoce delle suture coronali (cranio largo e corto);
- la Plagiocefalia anteriore dovuta alla fusione precoce di una delle due metà della sutura coronale (appiattimento della parte frontale dal lato interessato);
- la Plagiocefalia posteriore dovuta alla fusione della sutura lambdoidea (appiattimento della parte posteriore della testa dal lato interessato). Quest’ultima viene a volte confusa con la plagiocefalia posterioreposizionale, dove invece la sutura non è saldata.
Oltre a queste, esistono altre forme di craniosinostosi caratterizzate dall’assenza contemporanea di più suture, quali ad esempio la Turricefalia, in cui si ha la completa fusione di ambedue le suture lambdoidea e coronale (cranio a torre).
Le craniostenosi sono a volte accompagnate ad un aumento della pressione endocranica. A seconda della tipologia e dell’entità, le plagiocefalie sinostosiche portano conseguenze più o meno gravi della funzione neurologica o delle abilità cognitive e motorie, in quanto non è rispettata la normale crescita fisiologica delle masse cerebrali.
La craniostenosi viene diagnosticata tramite accertamenti radiologici e il trattamento è esclusivamente chirurgico.
CONSEGUENZE della plagiocefalia posizionale e DIAGNOSI
La plagiocefalia posizionale si accompagna ad una crescita asimmetrica delle ossa del cranio e della faccia, con compensi anche a livello dei distretti sottostanti (colonna, bacino, arti).
Le conseguenze della plagiocefalia posizionale si manifestano con alterazioni funzionali e posturali più o meno importanti, dovute alle asimmetrie di crescita dei vari segmenti.
Tra le problematiche più comuni, si riscontrano:
- difficoltà di suzione;
- pianto e irritabilità, disturbi del sonno;
- disturbi digestivi (coliche, vomito, rigurgiti);
- malocclusione, problemi di morso dentale, disfunzioni dell’Articolazione Temporo Mandibolare, a causa delle asimmetrie di sviluppo delle ossa mascellari e mandibolari;
- asimmetria nella posizione degli occhi e delle orecchie, con possibili difficoltà visive e uditive;
- disturbi del linguaggio e difficoltà dell’apprendimento;
- anomalie posturali di crescita.
La diagnosi di plagiocefalia e della sua entità è di competenza del pediatra, che effettua la valutazione tramite i test clinici e le misurazioni dei parametri cranici.
L’evoluzione della crescita cranica è molto importante; infatti, un incremento troppo veloce o troppo lento della circonferenza cranica e un’alterazione dei suoi parametri, potrebbero far pensare ad una complicazione cranica.
Nei casi sospetti è indispensabile escludere qualsiasi problematica suturale grave (craniostenosi), tramite accertamento specialistico del neurochirurgo infantile, che completerà l’indagine attraverso esami strumentali specifici e indicherà il trattamento più appropriato.
L’osteopatia è efficace nella cura delle plagiocefalie posizionali?
Le forme più lievi di plagiocefalia posizionale possono risolversi spontaneamente dopo la nascita, in assenza di disfunzioni craniche.
Infatti il cranio del neonato cresce in risposta alla pressione esercitata dalla crescita delle strutture dell’encefalo. Tale espansione, però, non può avvenire simmetricamente se il cervello incontra delle zone di restrizione o appiattimento; di conseguenza la plagiocefalia, anziché risolversi spontaneamente, a volte aumenta e si aggrava. Questo accade perché il cervello si espanderà nelle zone dove non incontrerà resistenza, compromettendo maggiormente la deformità, finché non si interverrà sulla problematica disfunzionale.
L’intervento osteopatico corregge i fattori che causano l’appiattimento ed è per questo che l’osteopatia si è rivelata molto efficace nella correzione delle plagiocefalie posizionali.
È importante riconoscere la deformità prima possibile e intervenire precocemente.
Il trattamento osteopatico è molto favorevole nei primi 6 mesi di vita, quando la crescita cranica è molto veloce. Correggendo le disfunzioni ossee e membranose e trattando le suture craniche, l’encefalo avrà la possibilità di espandersi in maniera uniforme e la crescita delle masse cerebrali favorirà il modellamento cranico.
Dai 6 ai 12 mesi la crescita cranica rallenta, ma la terapia è ancora indicata per ottenere risultati soddisfacenti. Dopo l’anno di età non ci si potrà aspettare la risoluzione completa; tuttavia il trattamento osteopatico potrà ancora migliorare e ridurre la deformità.
Bisogna sempre tenere presente l’importanza del dismorfismo e l’età del bambino!
Il trattamento osteopatico non è sufficiente in caso di plagiocefalie severe.
Nei casi più gravi di plagiocefalia posizionale, lo specialista potrebbe indicare il trattamento ortopedico tramite l’utilizzo del caschetto (costituito da materiale semirigido) che modella il tessuto osseo.
L’osteopatia non è risolutiva nelle craniostenosi (dove il trattamento è necessariamente chirurgico) ma può essere di aiuto nel decorso post operatorio.
TRATTAMENTO OSTEOPATICO della plagiocefalia posizionale
La consultazione osteopatica del lattante o del neonato include l’indagine anamnestica (gravidanza, parto, adattamento post nascita, sonno, condizioni di salute, allattamento/svezzamento, traumi, interventi, tappe evolutive), l’osservazione (vizi di postura, grado di asimmetria, movimenti) e la palpazione (cranio, suture, elasticità dei tessuti, esame delle disfunzioni dei diversi distretti).
Il trattamento è indicato fin dai primi giorni di vita.
L’intervento osteopatico del neonato si avvale di tecniche dolci e non invasive. Il tocco è molto delicato e il trattamento include gli approcci craniale, fasciale e biodinamico.
Le tecniche utilizzate hanno lo scopo di promuovere:
- la correzione delle disfunzioni della base cranica
- il modellamento delle ossa craniche
- la correzione delle restrizioni suturali craniche
- l’equilibrio delle membrane intracraniche
- la correzione delle asimmetrie muscolari
- la correzione delle asimmetrie posturali (cranio, colonna, torace, bacino e arti)
PLAGIOCEFALIA POSIZIONALE. Consigli per i genitori
In associazione al trattamento osteopatico, i genitori possono adottare alcuni accorgimenti molto validi per aiutare la correzione della deformità. In particolare:
- nella posizione supina, evitare di far appoggiare sempre la testa nella zona appiattita, eventualmente utilizzando un cuscino per ridurre la pressione esercitata dal cranio sul punto d’appoggio;
- fare attenzione alla posizione della testa durante l’allattamento, ovvero cambiare lato anche nell’allattamento con il biberon, evitando di fare pressione dal lato dello schiacciamento;
- creare uno spessore quando il bambino è disteso nel passeggino, in modo che la testa non adagi sul lato appiattito;
- modificare la posizione degli stimoli luminosi, sonori e visivi (luci, giochi e presenza dei genitori) collocandoli dal lato opposto all’appiattimento, per stimolare il bambino a ruotare la testa dall’altro lato;
- favorire la posizione prona quando è possibile sorvegliare il bambino. La posizione a pancia in giù aiuta a sviluppare i muscoli del collo inseriti sulla base del cranio, aiutando la correzione;
- ridurre l’uso di sdraiette e navicelle; prediligere la fascia da bebè o il marsupio;
- se possibile, adottare anche la posizione di lato nella nanna, utilizzando un supporto specifico.
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