Molte mamme desiderano allattare al seno i loro figli. L’allattamento al seno dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo e per tante madri lo è. Tuttavia, quando non funziona come dovrebbe, risulta veramente sconfortante per la mamma ed estremamente stancante per il bambino.
Ci sono diversi fattori che condizionano la possibilità che questo naturale processo avvenga nel modo corretto. Nella maggior parte dei casi si tratta di circostanze legate ad una difficoltà dell’attaccamento o della suzione, oppure ad una scarsa coordinazione tra suzione e deglutizione.
Come iniziare? Il meccanismo dell’allattamento
È essenziale fin dalle prime ore di vita che il bambino venga avvicinato al ventre della mamma, per stimolare i riflessi di cercamento e di suzione, due riflessi primordiali esistenti già alla nascita. Grazie a questi riflessi innati il lattante, stimolato dal contatto, si rivolge automaticamente al seno e inizia a promuove l’atto di suzione.
Utilizzare una posizione corretta è un fattore fondamentale per una poppata efficace. Ci sono diverse posizioni per l’allattamento al seno; è importante trovare una posizione confortevole e rilassata, ma che consenta un attacco e una suzione efficaci. In caso di necessità si può chiedere aiuto ad un’ostetrica o rivolgersi ad un’esperta di allattamento.
Più il bambino si attacca nei primi giorni e maggiore sarà la disponibilità di latte, prodotto dalla ghiandola mammaria. Per questo motivo gli studi recenti raccomandano di favorire l’allattamento al seno a richiesta e di attaccare il bambino anche di notte, per aumentare la formazione di prolattina.
Il meccanismo della produzione del latte è regolato da due ormoni fondamentali, che vengono stimolati in seguito alla poppata: l’ossitocina e la prolattina.
L’innalzamento dell’ossitocina, stimolata dalla suzione, consente la spremitura del capezzolo e la fuoriuscita del latte; mentre l’aumento di prolattina stimola le cellule delle ghiandole mammarie a produrre il latte. Di conseguenza, una suzione corretta ed efficace è indispensabile per soddisfare queste funzioni automatiche. Al contrario, nelle problematiche di difficoltà di suzione questo processo naturale non avviene in maniera efficace.
Quali sono le conseguenze della difficoltà di suzione?
Nei casi di difficoltà di suzione, si produrrà meno latte oppure non verrà estratto in maniera sufficiente.
Se il bambino non si attacca in maniera adeguata o non riesce a nutrirsi correttamente, si possono verificare due situazioni, entrambe causa di dolore al seno della mamma.
La prima consiste nell’ingorgo mammario: il latte che non viene rimosso in misura adeguata produrrà un ristagno. A volte questa situazione, se non tempestivamente risolta, può portare alla mastite, una patologia infiammatoria che interessa i dotti mammari e che richiede un accertamento medico e una cura adeguata. Spesso è coinvolto un solo seno o una parte di esso. In molti casi è consigliato continuare l’allattamento, per favorire il drenaggio dei dotti mammari e prevenire l’estendersi dell’infiammazione.
La seconda condizione consiste nelle ragadi al capezzolo: tale evento si verifica, in alcuni casi, se la bocca del bambino non riesce a ricoprire la superficie necessaria di mammella per potersi attaccare adeguatamente.
Queste circostanze rappresentano le cause più frequenti di rinuncia all’allattamento al seno.
Oltre ai disagi della mamma già descritti, l’incapacità del lattante di coordinare suzione e deglutizione produce un’eccessiva quantità di gas nell’intestino, che può portare alla comparsa di coliche.
Come capire se ci sono difficoltà di attacco al seno o di suzione?
Nella difficoltà di allattamento al seno ci sono alcuni fattori che aiutano la mamma a sospettare una possibile problematica.
È indispensabile poter riconoscere precocemente questi segnali; i primi giorni sono i più importanti e influenzano la possibilità di raggiungere o proseguire l’allattamento al seno.
I segni principali di un allattamento non corretto sono i seguenti:
- il bambino spinge via il seno;
- il bambino inarca la schiena durante l’allattamento;
- il latte gocciola dalla bocca durante la suzione;
- l’assunzione di latte non determina una normale crescita di peso del bambino;
- mancanza di un attacco adeguato; il bambino comprende nella suzione solo il capezzolo e non parte dell’areola – suzione debole;
- il bambino non si attacca bene al seno e piange, oppure si attacca e si stacca dal seno;
- il bambino resta attaccato al seno per un tempo troppo prolungato (30-40 minuti) senza staccarsi;
- il bambino si addormenta al seno durante la poppata;
- il bambino si attacca più facilmente da un lato rispetto al lato opposto.
Problemi di allattamento al seno. Quando serve l’osteopata?
I problemi di allattamento al seno possono essere dovuti a un’incapacità del bambino di organizzare i movimenti in maniera tale da consentire una suzione e una deglutizione regolari.
Ad esempio il lattante potrebbe non riuscire ad aprire la bocca in maniera sufficientemente ampia, oppure non avere abbastanza forza per estrarre efficacemente il latte, o ancora non riuscire a ingerirlo correttamente.
L’insieme di queste attività, che dovrebbero svolgersi in modo organizzato, risultano a volte scoordinate a causa di tensioni che coinvolgono le zone della base cranica, della lingua, del collo e della mascella. Tali fattori compromettono l’attività mio-fasciale e articolare o la funzione dei nervi cranici coinvolti nella suzione e nella deglutizione, rendendo quindi l’alimentazione più difficile.
I disturbi muscoloscheletrici sono un fattore comune nelle difficoltà di allattamento. Questi problemi spesso derivano dalle forze che il cranio subisce durante il parto – soprattutto in caso di parti difficili – o nel posizionamento intrauterino durante la gravidanza.
Un aspetto molto importante e a cui porre particolare attenzione è il frenulo linguale corto, molto spesso non considerato nelle problematiche di allattamento. Il frenulo corto rappresenta un ostacolo all’alimentazione corretta e può essere causa di ingorghi e ragadi. La sua diagnosi avviene a cura del pediatra o del chirurgo dentista, che valuteranno l’intervento più appropriato per la risoluzione del problema.
Come interviene l’osteopata nelle difficoltà di allattamento al seno?
La valutazione osteopatica
È fondamentale identificare le problematiche collegate alla difficoltà di allattamento e intervenire fin dai primi giorni di vita. La valutazione comprende:
- l’osservazione delle asimmetrie posturali e craniche;
- l’osservazione delle asimmetrie facciali e dell’osso ioide;
- la valutazione dei movimenti corporei, del collo e della testa;
- la valutazione della postura della lingua e dei suoi movimenti;
- l’osservazione dell’attività di suzione e deglutizione;
- la palpazione e il riconoscimento di eventuali restrizioni del cranio e di tutte le zone coinvolte nelle attività di suzione e deglutizione;
- la valutazione delle tensioni membranose intracraniche.
L’osservazione dei Genitori
Alcuni aspetti potrebbero segnalare ai genitori la necessità di una valutazione osteopatica. Tra questi ad esempio:
- la preferenza nel mantenere o girare la testa da un solo lato;
- il disagio in alcune posizioni, ad esempio durante il cambio del pannolino;
- la postura asimmetrica, ad esempio la forma a “banana” quando il bambino giace supino;
- l’asimmetria facciale: sorriso, occhi, orecchie irregolari;
- l’agitazione nella posizione prona (di pancia);
- l’inarcamento eccessivo della schiena e del collo.
Il trattamento osteopatico nei problemi di allattamento al seno
L’intervento osteopatico mira a rilasciare le restrizioni delle parti interessate (colonna, collo, cranio e mascella). L’osteopata utilizza sempre tecniche dolci e delicate, che hanno lo scopo di ridurre le tensioni articolari, muscolari, fasciali e craniali e di ripristinare la mobilità tessutale.
L’obiettivo del trattamento è quello di ristabilire l’equilibrio di tutti i sistemi coinvolti nel processo di allattamento e di conseguenza permettere di riattivare le fisiologiche funzioni.
La seduta avviene anche con il lattante in braccio alla mamma o addirittura durante la fase di allattamento, in modo da consentire al bambino di rimanere sereno e di sentirsi confortato.
Il trattamento si basa su un tocco leggero e viene di solito ben accolto dai piccoli.
Il numero di sedute varia a seconda della situazione individuale.
Se pensi di avere bisogno di aiuto puoi contattarmi o prenotare un appuntamento.